di Felipe Fidone
Chi l’ha detto che in vacanza si debba solo poltrire? Io per due giorni ho fatto il cameriere! Nell’ultimo weekend di luglio al parco Cirillo di Rapallo, per festeggiare la festa patronale di Sant’Anna, l’associazione C.A.S.A. (Centro Amici Sant’ Anna) ha organizzato la sagra dell’asado e del fritto misto con un fine benefico. Alla sagra, che ha offerto anche momenti musicali e la possibilità di ballare con l’orchestra Caravel, abbiamo partecipato anche io, mio padre ed altri volontari. Tutti i due giorni c’è stata una marea di gente e un caldo fotonico.
Alle sette di sera iniziava la festa ed alle undici terminava. Io insieme a dei ragazzi eravamo i camerieri; oltre a noi c’erano gli addetti alla cucina, gli assegnati alle pulizie, gli incaricati agli ordini e quelli alle casse. Una volta terminato il servizio tutti noi lavoratori abbiamo avuto l’opportunità di mangiare gli stessi piatti del menù, che data la nostra stanchezza ci sono sembrate delle prelibatezze. Il servizio aveva quattro passi da seguire: prima il cliente si sedeva al tavolo per ordinare, dopo un biglietto che diceva cosa aveva scelto il cliente arrivava alla cucina, poi la cucina preparava un vassoio con l’ordine ricevuto, infine il vassoio veniva portato al cliente dai camerieri. A noi inservienti hanno dato un consiglio importante: ogni volta che avessimo dovuto consegnare un vassoio, con una penna avremmo dovuto segnare sullo scontrino le portate da noi fornite. Delle volte a noi camerieri ci capitavano ospiti antipatici che addirittura proferivano insulti, o inveivano per la lunga attesa. Ma tra la gente antipatica c’erano anche persone gentili che, se si era fortunati, lasciavano anche piccole mance.
Il menù comprendeva: come primi le trofie al pesto o i ravioli al ragù; come secondi l’asado e il fritto di pesce; come contorni l’insalata mista e le patatine fritte e infine, come dolce, una crostatina. I piatti che andavano per la maggiore erano l’asado e il pesce fritto con le patatine. A volte, a causa di una lunga attesa, certi piatti andavano e basta poiché le persone che li attendevano avevano abbandonato il proprio tavolo. Per me è stata una bellissima esperienza che mi ha fatto capire per la prima volta il significato della parola lavoro. Anche i miei genitori sono stati particolarmente orgogliosi del mio operato specie perché del tutto gratuito. A essere onesti devo dire che personalmente ho guadagnato 12 euro di mancia.