di Alessia Maftei
Il fantasy è un genere letterario così appassionante perché lo scrittore può decidere ciò che vuole e il lettore può “staccare la spina” ritrovandosi in un mondo meraviglioso creato dalla fantasia.
Lara Guffanti, scrittrice della saga fantasy Pentagon, nonché madre di un nostro compagno di classe, Diego, è venuta a parlarci della sua esperienza di scrittrice. Lara è stata una grande appassionata di fantasy sin da piccola, i libri erano il suo modo di evadere dalla realtà. Quando era piccolina le piaceva molto scrivere delle storielle ispirate ai cartoni che vedeva o ai videogiochi con cui giocava: prendeva dei personaggi che le stavano a cuore e li modificava come preferiva, questo la faceva sentire importante, come il Dio della propria storia. E’ una sensazione che prova ancora oggi, quando si ispira a personaggi di storie fantasy come Games Of Thrones, Avatar e video games come Fortnite.
Dalle storielle dell’infanzia è passata a scrivere ben cinque libri, in pratica si è appassionata così tanto che ora non può più farne a meno. Quando aveva la nostra età c’era molta differenza tra la “brutta” e la “bella” dei suoi temi perché ogni volta che aveva una nuova idea cambiava il testo. Anche oggi non si separa mai dal suo quaderno degli appunti, dove annota le idee, le caratteristiche fisiche o del carattere dei personaggi: “Senza il mio quadernino sarei persa, è il mio tesssoro!” ci dice scherzosa Lara, imitando Gollum del Signore degli anelli. Da bambina scriveva a mano e si sentiva frustrata perché ci metteva tanto tempo, oggi con il computer è molto più semplice e veloce. Tra i “trucchetti” per scrivere facilmente che ci ha suggerito, il più importante è quello di “fare ordine” nella propria storia , ovvero dare un nome ai personaggi, trovare degli antagonisti e dare loro dei “biomi” ovvero dei mondi appropriati alle persone e agli animali che li abitano. In Pentagon a nord ha messo una città innevata, a est fiumi, laghi e foreste, a sud il deserto e a ovest un luogo simile al Grand Canyon: “Li ho chiamati il Naar, l’Estaar, il Saar e l’Ovaar, nomi che ricordano un po’ il Nord, l’Est, il Sud e l’Ovest – ci ha spiegato – Nell’Ovest ci sono i pirati dell’aria, che mi sono stati ispirati dal film Stardust: lì c’erano dei pirati dell’aria che andavano a caccia di fulmini, nei miei libri, invece, vanno a caccia di draghi”.
Alla domanda se ci sono dei personaggi in cui si è identificata o persone a lei care, come Diego, Lara ha risposto di no: “Non ce n’è uno in particolare, ma un mix; qualcuno è come sono, qualcuno come vorrei essere. Il cavaliere della lupa bianca, che è stato ispirato da un personaggio del Trono di spade, è un po’ il Diego della situazione, perché cerca di mitigare i contrasti tra i personaggi, come lui fa nella realtà”. Questo incontro mi ha fatto riflettere molto, non solo sulla passione e dedizione impiegata per scrivere questi libri, ma anche per l’intelligenza che Lara ha adoperato. Da adulta mi piacerebbe molto diventare una persona così colta e fantasiosa e credo che l’unico modo per farlo sia leggere. So che a molti può sembrare una vera scocciatura, ma tra tutti i generi letterari tutti possono trovare il proprio, proprio come Lara con il fantasy.