di Marco La Pignola
L’esperienza della DAD ci ha insegnato ha diventare responsabili, ma anche ad utilizzare nuovi mezzi tecnologici.
La DAD si è dimostrata sicuramente un valido aiuto, anche se non credo possa essere la soluzione.
In caso dovesse ripresentarsi l’emergenza, purtroppo potremmo correre il rischio di dover ritornare alla didattica a distanza.
Per questo ritengo che la scuola debba diventare un valido supporto soprattutto per le famiglie, in particolare per i molti genitori che non sono in grado neanche di leggere o scrivere una e-mail.
Dalla mia esperienza personale, credo che fare scuola in presenza sia la cosa migliore. Ad esempio, avevo la possibilità di stare con i miei amici, scherzare e comunicare con loro.
Mi è mancato il rapporto con i miei amici ma anche con i professori.
Stare con loro, condividere l’ansia di un’interrogazione, eseguire dei test a sorpresa sono tutti aspetti che con la DAD non possono verificarsi.
Inoltre alcune situazioni sono apparse negative.
I momenti critici della giornata erano all’inizio della prima ora e alla fine delle pause, perché la maggior parte degli alunni entrava in ritardo e di conseguenza facevano finire la lezione in ritardo, e a rimetterci erano sempre quei pochi che entravano all’orario giusto; questo ovviamente provocava distrazioni e malumori all’interno della classe.
A dare ulteriore fastidio erano alcuni compagni di classe che durante le lezioni o interrogazioni spegnevano la web-cam senza validi motivi.
Io credo che noi ragazzi abbiamo bisogno di un ambiante per confrontarci, relazionarci e dove possiamo collaborare insieme.
Sono anche necessarie le emozioni che possiamo provare durante una giornata in classe.
Le emozioni come ansia e paura sono esperienze che ci aiutano a crescere e a diventare uomini e donne ‘maturi’ e possono essere provate solo con una didattica in presenza. La DAD non potrà mai sostituire la Scuola e quello che rappresenta per la nostra crescita emotiva e intellettuale.
Questo è lo scopo della scuola.