di Alessia Maftei
Ci sono passioni più forti di una guerra. Natalia Vatamaniuk è un’insegnante ucraina che, a causa del conflitto, ha dovuto rifugiarsi in Italia insieme alla sua famiglia. Un cambiamento improvviso e doloroso che ha trasformato la sua vita, ma che non è riuscito a cancellare il forte legame con le sue radici e la sua cultura. Dopo aver vissuto inizialmente a Roma, ha trovato una nuova casa a Rapallo, dove ha deciso di dedicarsi a una missione ben precisa: insegnare ai bambini ucraini rifugiati in Italia a non dimenticare la loro lingua e le tradizioni che li legano alla loro terra d’origine. Con il sostegno dell’associazione Pokrova di Chiavari, Natalia ha aperto una scuola, un luogo dove i piccoli ucraini possono imparare a leggere e scrivere in cirillico. La sua scuola non è solo un posto dove si impara la lingua, ma anche un punto di riferimento fondamentale per trasmettere i valori e le tradizioni della cultura ucraina.
Ogni giorno, Natalia porta nelle sue lezioni la sua passione per l’insegnamento e per la sua cultura, raccontando ai suoi alunni storie, canti e simboli che hanno radici profonde nella tradizione del suo paese. Tra le cose che ama condividere ci sono le “koliada”, i tradizionali canti natalizi, e le uova decorate per Pasqua, simbolo di speranza. Inoltre, mostra ai bambini il video del coro Veriovka, uno dei più prestigiosi cori ucraini, per far conoscere loro la bellezza della musica tradizionale. Il sogno di diventare insegnante Natalia lo ha sempre avuto, sin da bambina, ma è stato con la guerra che ha scoperto quanto fosse forte il desiderio di molti bambini ucraini di mantenere viva la propria cultura. Nonostante le difficoltà legate all’adattamento in un paese straniero, Natalia ha trovato il sostegno della comunità locale, che le ha offerto aiuti concreti, come banchi e televisori, per avviare le sue attività didattiche.
Il suo metodo di insegnamento è semplice, ma ricco di calore umano. Usa immagini, canzoni e racconti per far sentire i bambini più vicini alla loro cultura d’origine, creando un ambiente sereno e affettuoso che va oltre l’aspetto educativo, diventando un luogo dove i bambini possono crescere con un forte senso di identità. Nonostante il trauma causato della guerra, Natalia non ha mai perso il rispetto per la cultura russa. Crede fermamente che la comunicazione tra i popoli, anche con i russi, sia fondamentale per contrastare la disinformazione che alimenta il conflitto. Il dialogo, per lei, è l’unico strumento per abbattere l’odio e la diffidenza. La sua esperienza in Italia le ha anche fatto apprezzare l’apertura e la cordialità degli italiani, che definisce più solari e accoglienti rispetto a quanto abbia visto in Ucraina. Se dovesse tornare nel suo paese, porterebbe con sé la lezione di gentilezza e accoglienza che ha trovato nel popolo italiano. La scuola di Natalia, quindi, è molto più di un semplice istituto dove si imparano a leggere e scrivere. È un rifugio di speranza, un ponte che collega il passato e il futuro, l’Ucraina e l’Italia. Con il suo impegno e la sua dedizione, Natalia sta permettendo ai bambini ucraini di mantenere vive le tradizioni del loro paese, anche lontano da casa, e di costruire un legame profondo con la loro cultura, ovunque si trovino.