di Sharon Bisaccia
Credo che ormai tutti noi conosciamo il celebre libro di J.K. Rowling, con cui è diventata la scrittrice più ricca del mondo, e se non si conosce il libro, per lo meno si conosce il film: sì, sto parlando di Harry Potter.
Quest’estate sono stata invitata per una settimana da una mia amica in Emilia, in un piccolo paesino in provincia di Piacenza. Le mie aspettative erano quelle di passare una tranquilla vacanza gironzolando tra prati e fiori, e così è stato, fino al penultimo giorno. Sul giornale che di solito leggevano i suoi genitori, c’era scritto che Stanislav Yanevski, l’attore che ha interpretato Victor Krum (nel quarto film, “Il calice di fuoco”), sarebbe venuto per l’intera giornata a Grazzano Visconti per fare autografi e foto con i suoi fan.
In realtà già lo sapevo che quel piccolo villaggio medievale era pieno di negozietti a tema potteriano, ma non avrei mai pensato di vederci un membro del cast. Abbiamo deciso di vederlo, dato che avevamo già in programma di andarci, ma appena arrivammo, i miei occhi scoppiarono. C’era una fila che cominciava dall’entrata del paese! Man mano che cercavamo di raggiungere l’inizio di questo fiume di persone, abbiamo capito che non saremo riusciti a sopportare tutte queste ore sotto il sole, quindi ci siamo limitati a sbirciare dalla finestra del negozio dove sedeva l’idolo di tutta questa gente. Tuttavia non è stato così male, perché tutti gli altri negozi erano completamente vuoti!
Il giorno dopo siamo tornati per vedere il museo delle torture e la bottega dove il giorno precedente non si poteva entrare per via di quella massa di visitatori che bloccavano la porta. Il negozio era chiuso, probabilmente perché avevano esaurito tutta la merce il giorno prima, ma il museo delle torture era aperto, e appena uscite scoprimmo che c’era anche un’escape room, e ovviamente, non potevamo farcela mancare. Il tema era medievale: eravamo state accusate di stregoneria ed eravamo state rinchiuse in una stanza dalla quale dovevamo scappare entro l’arrivo del boia. Alla fine perdemmo per cinque minuti di ritardo, ma ci divertimmo lo stesso. Il proprietario ci ringraziò e perdendoci in chiacchiere scoprimmo che i suoi figli il giorno prima erano stati quattro ore ad aspettare di vedere questo celebre attore, per poi pagare 25 euro per farsi fare un autografo e un selfie.
Ho sempre pensato che fare autografi e foto sia un gesto per avvicinarsi ai fan e pensare di doverlo fare pagare mi stupisce, soprattutto se l’unica frase recitata da questo attore è stata: “Io sono Krum”. Ovviamente questo è solo il mio parere, ma a questo punto, abbiamo imparato la lezione, ci siamo resi conto che a volte essere pigri è la scelta migliore.