Un virus con la corona

Io spero di riuscire a passare questo periodo cupo per tutti noi e a tornare come prima, però dando più importanza alle giornate e a dare più importanza alle giornate e a dire più spesso "ti voglio bene".

di Giulia Schiappacasse

Ormai sono troppi giorni che sono chiusa in casa, mi sento soffocare, se esco di casa è per andare sul terrazzo della cucina o della sala.

Le mie mattinate le passo al pc a fare le lezioni on-line con i professori e la classe, è un bel modo per studiare,veniamo interrogati normalmente e si cerca di portare avanti il programma. Giustamente noi ragazzi di terza media siamo molto preoccupati per gli Invalsi (test per prepararci all’esame di fine anno) che avremmo dovuto svolgere ad Aprile, e per l’esame. Però il Preside ci ha tranquillizzato dicendo che gli esami li si faranno. Nel pomeriggio invece svolgo i miei compiti per l’intera settimana, aiuto mio fratello a studiare, e certe volte alleno l’addome e i glutei, scrivo o disegno.

Prima che arrivasse il Coronavirus passavamo le giornate così, senza nemmeno dare importanza a quello che si faceva….

Suonava la sveglia, ci si alzava, si partecipava alla “normale” giornata di scuola, poi si andava a casa, arrivava il pomeriggio, poi la sera e buona notte a tutti. Passava così in fretta… Adesso tornassi indietro quelle mattinate di scuola le trascorrerei con più consapevolezza. La sera a tavola si parlava solamente della giornata trascorsa a scuola, o almeno io parlavo solo di quello, di chi saliva sulla sedia per fare lo scemo, di chi non voleva essere interrogato quindi scappava in bagno e ci rimaneva per dei secoli, di chi faceva gossip nelle ricreazioni, perché dai, chi non li faceva? Adesso tutti quei bei momenti sono finiti, ci si scrive sul gruppo di classe, però non è la stessa cosa.

Prima c’era gente per strada: chi aspettava l’autobus, chi si andava a prendere un caffè al bar, chi andava in chiesa, ora è come se fosse scomparso tutto e c’è uno strano silenzio. Autobus vuoti, bar chiusi e per strada poche persone che vanno a fare la spesa. Avete presente quella canzoncina del Coronavirus? Sì, proprio quella, che veniva spesso trasmessa su Canale 5 con tutte le regole da seguir? Adesso l’hanno cambiata perché dicevano che ipnotizzava le persone, sono sicura che tra meno di tre settimane cambieranno anche questa che hanno appena messo perché diranno che ipnotizza anche questa. Ma secondo me non è la canzoncina ma il virus.

All’inizio dicevano che colpiva solo gli anziani, però poi ci sono stati anche dei casi di persone giovani, quindi il panico è salito. Noi Italiani stiamo cercando di superare questo momento difficile, da Nord a Sud si possono vedere fuori dal terrazzo alcuni cartelloni con degli arcobaleni con la scritta #andràtuttobene.

Il 18 Marzo scorso é uscita sul giornale e sui social media una lettera di una casalinga che dice:”E’ il momento di vivere questo stato di sospensione, vuoto, anormalità. Probabilmente anche oltre questo buio è nascosto una luce ma ora c’è da concentrarsi per stare al buio, evitando gli spigoli e trovando le energie per rassicurare le nostre famiglie. Sarà questo uno dei primi spiragli di luce? Abbiamo tempo.Vedremo.”

Sapete invece che vi dico io?
Che secondo me ha pienamente ragione. Viviamo il presente e cerchiamo di migliorarlo. Intanto mentre aspettiamo ringraziamo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, poi il Presidente della Liguria Giovanni Toti e infine il nostro sindaco Carlo Bagnasco che stanno cercando di tranquillizzarci. Io spero di riuscire a passare questo periodo cupo per tutti noi e a tornare come prima, però dando più importanza alle giornate e a dire più spesso “ti voglio bene”. Ricordiamoci che non è mai troppo tardi.