di Davide Fattori
Come ogni anno, il 31 gennaio scorso erano arrivati i migliori amici di mio fratello, Gabriele, per festeggiare il suo compleanno nel “giorno giusto”. Nelle settimane a venire avrebbe voluto festeggiarlo insieme a tutti i suoi compagni di classe. Era ignaro, però, che non avrebbe più potuto farlo. Il giorno dopo al telegiornale abbiamo sentito la fatale notizia: il corona virus era arrivato in Italia.
All’inizio non mi sembrava una cosa così grave perché non pensavo che la situazione di Whuan si potesse riproporre in Italia, ma fu proprio mia mamma a far cambiare la mia prospettiva di come sarebbe andata a finire. Già qualche giorno prima della chiusura delle scuole, infatti, ci aveva avvisato di ciò che sarebbe successo. Quando è arrivata la notizia lei, che nella mia famiglia si dice abbia preso dalla nonna i poteri di predire le disgrazie, ci ha detto che non saremmo più andati a scuola per tutto l’anno e che saremmo dovuti stare chiusi in casa.
Durante la prima settimana ero contento che non avremmo più dovuto assistere alle lezioni di prima mattina, l’ho presa un po’ come una vacanza: mi vedevo con gli amici, andavo a fare delle passeggiate. Poi, quando ho iniziato a capire che le premonizioni della stregona si stavano avverando, ho iniziato a rattristarmi: non avrei più potuto rivedere i miei compagni, le mie professoresse.
Ed ora penso a tutte le cose che avremmo dovuto fare insieme: le cene di classe, le risate, le uscite didattiche a teatro, al cinema, alle mostre e tutte le gite, specialmente quella di tre giorni con tutte le terze, tutto andato in fumo, con una giusta decisione presa dal governo in una giornata.
Ah una cosa che mi sono dimenticato di dirvi! La strega ha anche iniziato a fare le sue previsioni pessimistiche sulla difficile ripresa economica del paese, quindi io e mio fratello abbiamo deciso di costruire un pollaio: questo per avere uova e carne fresca da consumare qualora anche queste previsioni si avverassero.
La cosa che per ora mi ha colpito di più sono le strade del mio quartiere totalmente deserte: le poche volte che sono sceso al parcheggio per aiutare i miei genitori a portare la spesa io e mio fratello ci siamo messi a correre in mezzo alla via senza che neanche una macchina passasse. Un altro pensiero che ho avuto da subito è: come farò a sostenere l’esame di terza media? Sto continuando a pormi questa domanda cercando di fare supposizioni su come potrebbe essere. Ma soprattutto speriamo che a mia mamma non venga in mente qualcos’altro.